venerdì 15 settembre 2006

LA SINDROME DI STOCCOLMA

La sindrome di Stoccolma è una condizione psicologica nella quale una persona vittima di un sequestro può manifestare sentimenti positivi nei confronti del suo sequestratore, arrivando ad instaurare con lui anche un forte legame affettivo, in alcuni casi fino all'innamoramento.
Prende il nome dalla capitale svedese, 1973, a seguito di una rapina in banca, i dipendenti presi in ostaggio richiesero la clemenza alle sequestratori.
La sindrome di Stoccolma è talvolta citata in riferimento ad altre situazioni simili, quali le violenze sulle donne e gli abusi sui minori.

Origini del nome
La sindrome deve il suo nome alla rapina della "Kreditbanken" di Stoccolma nel 1973, in cui alcuni dipendenti della banca furono tenuti in ostaggio dai rapinatori per sei giorni. Le vittime provarono una forma di attaccamento emotivo ai loro sequestratori fino a giungere al punto di prendere le loro difese in seguito alla liberazione. Il termine fu coniato dal criminologo e psicologo Nils Bejerot, il quale aiutò la polizia durante la rapina. Fu usato per la prima volta durante una trasmissione televisiva.

Casi celebri
Patty Hearst aiutò il SLA durante una rapina in banca due mesi dopo il proprio rapimento
La ricca ereditiera Patty Hearst, dopo essere stata rapita dal Symbionese Liberation Army nel febbraio del 1974, prese parte ad una rapina in banca insieme a due dei suoi rapitori due mesi dopo. Fu arrestata nel settembre del 1975 ma la sua difesa non riuscì a far valere la tesi della mancanza di colpevolezza a causa della manifestazione della sindrome di Stoccolma
Elizabeth Smart fu rapita e stuprata da un uomo affetto da malattie mentali che la considerava sua moglie: tra il 2002 ed il 2003 la Smart trascorse diversi mesi insieme al suo aguzzino senza alcuna costrizione fisica.

Casi dubbi
Natascha Kampusch ha vissuto segregata col suo rapitore (Wolfgang Priklopil) dal marzo 1998 al 23 agosto 2006, giorno in cui è scappata. Ha testimoniato di avere avuto più volte la possibilità di scappare, ma ha preferito restare col rapitore. Il motivo della fuga, infatti, non è stato un desiderio di libertà, ma un litigio col rapitore stesso. Agli investigatori e agli psicologi che si prendono cura di lei ha testimoniato dicendo che non si sentiva privata di niente e che è dispiaciuta della morte del suo rapitore (che si è suicidato dopo che era scappata). La ragazza, però, intervistata dalla televisione austriaca il 6 settembre 2006, ha smentito le voci sulla sua presunta "sindrome di Stoccolma", aggiungendo di non aver mai rinunciato alla fuga. Ha solo manifestato pietà per il rapitore suicida e per la sua famiglia. In seguito a questa intervista, che ha fatto il giro del mondo, il filosofo e psicoanalista italiano Umberto Galimberti, in un articolo apparso sulla prima pagina de La Repubblica del giorno dopo ("Una vita sospesa"), ha escluso che quello della ragazza austriaca sia un caso di "sindrome di Stoccolma".

Incidenza
Dalla banca dati dell'FBI americana risulta che il 92% degli ostaggi non ha mai mostrato sintomi della sindrome di Stoccolma [1].
Riferimenti nella cultura popolare
Film e televisione
Nelle tre serie di Law and Order
Buffalo '66
Matlock: The Kidnapping
Quel pomeriggio di un giorno da cani
Agente 007 - Il mondo non basta; James Bond (Pierce Brosnan) smaschera la bella Elektra King (Sophie Marceau) accusandola di essersi alleata con il "cattivo" di turno, Renard, che la aveva sequestrata tempo prima, avendo acquisito proprio la sindrome di Stoccolma.
Guerrilla: The Taking of Patty Hearst
Six Feet Under, episodio 44 (That's My Dog).
In Die Hard, un medico in una trasmissione televisiva descrive un fenomeno identico chiamato "sindrome di Helsinki".
In Viaggio senza ritorno del 1997 una coppia interpretata da Kevin Pollak e Kim Dickens è presa in ostaggio da Vincent Gallo e Kiefer Sutherland; l'uomo simpatizza con i propri rapitori.
Azione mutante, film di Alex de la Iglesia prodotto da Pedro Almodovar. La sposa rapita Patricia Orujo si innamora del capo dei rapitori, Ramon Yarritu, il quale riconosce la sindrome di Stoccolma.
Nell'episodio 14 della terza serie di Nip/Tuck dal titolo Cherry Peck.
In Il portiere di notte, celebre film di Liliana Cavani, la protagonista instaura un rapporto ossessivo e indissolubile con l'uomo che la teneva prigioniera nel campo di concentramento durante la seconda guerra mondiale.

Musica
Un gruppo rock di Toronto si chiama Stockholm Syndrome
Il gruppo musicale Muse ha composto una canzone intitolata Stockholm Syndrome, inserita nell'album Absolution del 2003
La cantante americana Dory Previn, lei stessa vittima di abusi da bambina, ha scritto una canzone intitolata With My Daddy in the Attic che affronta la sindrome di Stoccolma.
I Yo La Tengo hanno una canzone intitolata Stockholm Syndrome nell'album I Can Hear The Heart Beating As One.
I blink-182 hanno una canzone dal titolo Stockholm Syndrome nel loro album blink-182.
La band punk rock svedese Backyard Babies ha realizzato un album dal titolo Stockholm Syndrome.